Racconti Erotici > Gay & Bisex > La fisioterapia Parte 2
Gay & Bisex

La fisioterapia Parte 2


di Hank1980
11.03.2025    |    9.039    |    21 9.8
"Continuai a tenerlo in bocca, a farlo rilassare, continuavo ad ingoiare tutto, forse oramai era solo la mia saliva, o ri resti della sua venuta, lo..."
Questa volta sarebbe stato diverso, se avessi risposto a quel messaggio avrei solo potuto fingere che le cose accadessero, ma avrei esattamente saputo cosa mi aspettava.
Era complicato. Non volevo abbandonare la mia virilità, il mio sentirmi uomo. Il mio corpo era stato oggetto di un altro uomo, dovevo farci i conti. Mi era piaciuto? Si. Ammetterlo diventava più facile di giorno in giorno, e più passava il tempo, più riuscivo a tenere quelle pulsioni solo in una sfera sessuale, ma fuori da quella personale, caratteriale. Passavano i giorni e acquisivo la consapevolezza di essere sempre io, sempre lo stesso, con il mio solito carattere, la mia solita virilità. Iniziavo a realizzare che non avevo qualcosa in meno rispetto a prima di quella seduta di fisioterapia. No, al contrario, avevo qualcosa in più, e quelle cose in più erano possibilità, possibilità che per convenzioni sociali o per miei limiti non mi davo.
Una sera finito il lavoro, decisi di fare un pò di chiarezza, così andai a bere qualcosa, da solo, avevo voglia di pensare. Nonostante tutto vivevo uno stato di confusione, avevo tante domande e poche risposte. Dovevo fare chiarezza. Mi recai in un locale notoriamente frequentato da omosessuali, ero uno di loro?
Entrai, non cercai lo sguardo di nessuno, andai al bancone e ordinai un bicchiere di Bourbon, per sciogliermi un pò. Ancora prima che il barman mi servisse, sentii qualcuno rivolgersi a me:
“Cosa bevi?”
“Del Whiskey” risposi senza nemmeno vedere chi fosse, ma non serviva.
“Questo te lo pago io” disse lui.
La voce era chiaramente quella di uno sconosciuto, ma con un inconfondibile modo di parlare, come spesso fanno alcuni omosessuali particolarmente effeminati.
Iniziammo a parlare, tranquillamente, lui era sicuramente un bel ragazzo, lo dicevo da etero senza alcun tipo di attrazione. Passammo un pò di tempo al bancone, non provavo alcuna attrazione, verso nessun uomo in quel locale, mi stavo mettendo alla prova? Si. Nulla. Se fossi stato in un locale pieno di donne avrei avuto altri tipi di reazioni, lì nulla!!!
Così tirai giù tutto il mio Bourbon, con un modo di fare chiaro, il modo di fare di chi ha deciso che la serata finisce lì. Lui se ne accorse e ci provò. Mi chiese se mi andava di andare da lui, Lo ringraziai, gli sorrisi e dissi: “si è fatto tardi, magari un’altra volta”.
Andai via.
Uscii da quel locale con un pezzo del Puzzle in più. No, non ero attratto dagli omosessuali, ma in realtà non ero attratto nemmeno dagli uomini. Iniziai a farci caso, guardando gli uomini per strada, non provavo mai nulla, mai un pensiero sconcio, per quanto l’uomo potesse essere fisicamente aitante o meno. Nulla. Ma come era possibile, in quella saletta, con il fisioterapista, era successa una delle cose più eccitanti della mia vita, si, con un uomo, mi aveva preso, si, mi aveva scopato, e si, mi era anche piaciuto, e ora? Nulla? Nulla…
Mi sentivo come un se avessi provato, anzi, come se avessi ottenuto un superpotere, ma solo per una volta! Come se fossi riuscito a volare, ero felice, scosso dalla cosa, ma poi… svanito, e ogni volta che provavo a fare un balzo per spiccare il volo, nulla, cadevo.. Non avevo più quel superpotere.
Cosa innescava quelle voglie che erano li, quelle voglie che avevo?
E’ questo che mi spinse a rispondere finalmente a quel messaggio..
Erano passati un pò di giorni dal suo messaggio: “Allora? Ci sei per la prossima seduta di fisioterapia?”
Si, erano passati diversi giorni, ma se c’erano delle risposte, erano in quella stanza. Così mi feci coraggio e risposi:
“Quando è possibile fare una seduta?”
……
Passò qualche minuto, interminabile.. poi un messaggio:
“Ti faccio sapere appena possibile”
Anche lui aveva preso tempo. Risposi con un timido “Ok”. Senza insistere. Se avesse scritto, bene, avrei valutato cosa rispondere, altrimenti.. altrimenti avrei cercato di capire dove altro, e come, trovare le mie risposte.
Passarono dei giorni, tutto filava normalmente. Deluso? Mah… non proprio, diciamo che ero nuovamente nella mia zona di comfort. Sì, pensare di ritornare in quello studio mi eccitava da matti, ma mi creava anche delle ansie. Adesso ero tranquillo. Iniziavo a pensare che, chissà, forse non mi avrebbe mai più contattato. Bene, sarebbe rimasta un’esperienza tutta mia.
E invece, quella mattina, nel bel mezzo di una riunione di lavoro, sentii vibrare il cellulare. Gli buttai un occhio, e riuscii a vedere l’anteprima del messaggio diceva solo:
“Questa sera alla chiusura”
Chiesi scusa e mi allontanai dalla sala riunioni.
Avevo il telefono in mano, non volevo aprire il messaggio.. sentivo nuovamente le palpitazioni, l’eccitazione che cresceva. Poi mi feci coraggio e aprii il messaggio.
Adesso ero costretto a rispondere.
“Va bene!”
Va bene? Va bene cosa? Perchè avevo risposto così? Non mi aveva nemmeno chiesto se potessi, o se volessi.. quella perentorietà mi aveva colpito. Ecco cosa mi piaceva. Non riuscivo ancora a definirlo, ma mi piaceva. Mi resi conto di essere eccitato, senza capire il perché, era tornato il superpotere, potevo nuovamente volare. Cosa mi aspettava? Non lo sapevo.. ma credevo qualcosa di simile alla scorsa volta. Cos’ rientrai a casa, dissi che sarei dovuto uscire per la fisoterapia, nessun problema. Mi lavai accuratamente. Mi preparai e uscii di casa.
Tutte le domande rispetto la mia virilità non esistevano, ero in quello stato di eccitazione che giustifica tutto, che prende il sopravvento su tutto e con la bocca quasi secca mi ritrovai alle 10 di sera di fronte a quello studio. Scesi dall’auto e mi avviai. La porta era chiusa, così inviai un messaggio:
“Sono fuori”
Quasi immediatamente ebbi la risposta:
“Citofona”
Ovvio che avrei dovuto citofonare, avevo già la sensazione che sarebbe successo qualcosa di sbagliato..
Così citofonai, non rispose nessuno ma il portone si aprì quasi immediatamente. Tutta questa immediatezza mi dava conferma che Angelo fosse anche più impaziente di me.. Cosa pensavo? nulla…
Finalmente entrai, mi avviai nello studio, la porta era socchiusa, così bussai e lentamente aprii la porta. C’erano le luci basse, il lettino e nessuno all’interno, poi sentii qualcuno alle mie spalle.
“Eccoti”
Era Angelo, mi passò affianco, prese delle creme poi, solo alla fine si girò verso di me.. evitava il contatto visivo.. anche lui era in difficoltà, era dall’altra parte della barricata, ma era chiaro che anche per lui fosse tutto nuovo.
Così dissi:
“Mi sistemo sul lettino?” Era un momento molto teso, e anche discretamente imbarazzante. ma mai avrei immaginato la sua risposta:
“Hai mai fatto un massaggio?”
Io? Rimasi colpito, cosa mi stava chiedendo?
“Cosa?” chiesi sorpreso
“Un massaggio, voglio che tu mi faccia un massaggio” E iniziò a spogliarsi, senza nemmeno attendere la mia risposta tolse la maglia e poi i pantaloni, era di schiena, tolse gli slip e prese un asciugamano, la mise davanti al suo pene, e si girò, venne verso di me.
Oddio, no, questo non avrei potuto immaginarlo. non si aspettava mica che questa volta lo prendessi io da dietro? Non ero pronto a questo, non sapevo nemmeno se ci sarei riuscito, ma prima che fossi in grado di farmi ulteriori domande, lui, oramai vicino e dopo aver visto il mio sguardo, disse:
“Ascolta, ora io mi rilasso, anzi, mi fai rilassare, e non ti permettere di tirare fuori il cazzo dai pantaloni, quel tipo di massaggio lo faccio solo io!”
“Ok, dissi, farò del mio meglio” Mi sentivo più leggero, ma ancora non sapevo cosa volesse.
Si sistemò sul lettino, pancia sopra, si coprì per bene con l’asciugamano, poi disse:
“Lì hai tutto ciò che ti serve” era un tavolino con le creme, poi allungò un braccio e prese un altro asciugamano, e prima di metterselo sul viso disse:
“Ok, sono pronto”

Passarono dei secondi, il mio imbarazzo era totale, mi sbloccai, presi una crema, la passai tra le mani, per riscaldarla, ne versai un po sul suo corpo e iniziai.
Era tutto nuovo, non avevo mai toccato il corpo di un uomo, cioè, voglio dire, mai accarezzato con una crema, cercai di massaggiare quel corpo nel modo più professionale possibile, anche se nel mio modo di farlo non c’era davvero nulla di professionale. Cercai di rompere quel silenzio imbarazzante dicendo:
“Va bene così?”
Angelo disse solo:
“Se fai qualcosa di sbagliato, ti blocco subito, se non ti blocco, continua!”
Ok, era chiaro..non si sarebbero fatti grandi discorsi, così continuai con il massaggio, feci a lui quello che sarebbe piaciuto a me, quindi passai le mani sulle spalle, dietro il collo, sui pettorali, passai a massaggiare le gambe, il tempo passava, e iniziai a chiedermi perché fossi li.. Insomma, se aveva voluto vedermi dopo quanto successo, doveva esserci qualche voglia.. così iniziai a massaggiare il suo addome.. lentamente iniziavo a sfiorare l'asciugamano che copriva il suo pube, passando la mano un pò al di sotto, sempre un pò più al disotto.
Vidi che non mi bloccò. La situazione diventava eccitante. Angelo aveva il volto coperto dell’asciugamano, per godere a pieno del momento, questo lo rendeva un corpo a mia disposizione, come se fossi solo con quel corpo, e come se avessi avuto la possibilità di sperimentare, con i miei tempi.. Così iniziai a concentrarmi sempre di più attorno quell’asciugamano, non avevo mai toccato un altro membro, chissà come sarebbe stato, la voglia di scoprirlo aumentava, così mi decisi e feci scivolare una mano sotto quel telo. Se stavo andando oltre, mi avrebbe fermato. Così lo feci..
Infilai qualche falange sotto il telo che copriva la sua nudità, mi fermai, nulla, non mi bloccò, così entrai ancora un pò più in basso, nulla, però vidi che tirò indentro la pancia, come ad agevolare l’entrata della mia mano, entrai ancora un pò e sentii qualcosa, non so perchè, ma tirai via la mano, la riportai sui suoi addominali, mi serviva del tempo, feci un sospiro e mi decisi, sitornari vicino quel telo, infilai nuovamente le dita, sentii il contatto con qualcosa, con il suo pene, mi feci coraggio, ci passai la mano sopra. Finalmente il contatto, ci poggiai la mano, era molto spesso, molto caldo, ancora soffice. E ora? Scesi ancora, fino ad arrivare all’interno coscia e poi risalire, sfiorandogli i testicoli e ritoranando sul suo pene.
La sua reazione?
Un sospiro di piacere, era il suo via libera. Non c’era cream li, ma si era coperto, non sapevo fino a che punto potermi spingere così chiesi:
“Posso toglierlo?”
Lui rispose dopo qualche secondo:
“Fai quello che devi”
Così lo presi da un angolo e sollevai lentamente quel telo. Non avrei mai immaginato di pensare questo, ma il primo pensiero fu:
“E’ bellissimo…”
Avevo un nodo alla gola, il suo membro era adagiato sulla sua pancia, ancora non in erezione, era scuro, un pò ricurvo verso destra, molto spesso. I testicoli erano grossi e pieni, turgidi, si poggiavano sulle cosce, era il cazzo perfetto, e la perfezione era data anche dall’assenza di qualsiasi tipo di peluria. Si, Angelo aveva un bel corpo, ma il suo membro era la perfezione. Ne fui inspiegabilmente attratto. Poi pensai che la volta precedente era sempre lo stesso membro ad avermi preso da dietro, ad aver goduto di me, ma effettivamente non ebbi occasione di guardarlo. Non mi spiegavo come, un pisello così, anche da moscio di generose dimensioni, fosse entrato dentro di me in quel modo. Ero eccitato.. così timidamente partii dalle cosce per poi arrivare sul quel membro perfetto, lo accarezzai prima, iniziò a muoversi e a gonfiarsi, poi lo sollevai, lo avvolsi nella mia mano, era pesante, caldissimo, lentamente presi a stringerlo e lo strinsi fino a quando non ebbi una risposta. Lo sentii contrarsi e Angelo emise un gemito “Ahhhh”
Ogni volta che stringevo, sentivo una sua risposta fisica, un movimento e poi l’aumento delle dimensioni.. sapevo che non avrei dovuto solo stringerlo..così portai la stretta più verso l’alto, e strinsi nuovamente, oramai era quasi completamente in erezione, iniziava a spuntare il glande dal prepuzio, mi feci coraggio e tirai la stretta verso il basso, lo sentii gemere, la pelle scivolò giù ed espose il suo frutto, una cappella gonfia, violacea, scura e perfetta. ritornai su e scesi nuovamente. Ora era completamente in erezione. Stavo masturbando un uomo? A differenza della prima volta, in cui avevo solo subito quell’atto sessuale, adesso, invece, ne ero protagonista, e il fatto di non dover vedere angelo in volto mi aiutava ad essere me stesso e a non farmi remore. Mi voltai verso di lui, per controllare che fosse ancora coperto. Aveva le labbra socchiuse, spuntava il naso, ma il telo continuava a coprirgli gli occhi, come se stesse vivendo un sogno, forse non avere il contatto visivo era più facile anche per lui. Una volta assicuratomi che ero ancora libero dai giudizi visivi, mi sentii più libero di fare ciò che volevo, così iniziai lentamente a masturbarlo in maniera più costante, lui pareva gradire, il suo corpo rispondeva ai miei input, a tutti quanti, specie quando con la mano libera presi a massaggiargli i testicoli, aprì un pò di più le gambe, come ad invitarmi a continuare, la cappella iniziava a diventare lucida e viscosa per via del liquido che contribuiva alla lubrificazione, ma anche ad emanare quell’odore che non avevo mai sentito su di un altro uomo, quell’odore di maschio. Non avrei mai pensato che fosse così piacevole, così, tranquillo dal fatto di non essere guardato, mi avvicinai con il viso per sentirne l’odore e mi resi conto di non aver mai avuto il viso così vicino al cazzo di un altro uomo. La cosa mi eccitò, mi prese lo stomaco.. cercai di scacciare quel pensiero..
Oramai lo stavo masturbando da qualche minuto, mi piaceva, non avrei voluto smettere, per questo mantenevo un ritmo blando, per prolungare ad entrambi il piacere.. ma nella testa avevo voglia di andare oltre.. voglia di quel bisogno ancestrale di conoscere il mondo attraverso tutti i sensi.
1 - Vista: vedere quel membro gonfiarsi, eccitarsi era stato incantevole, e continuavo a godere di quella vista.
2 - Olfatto: l’odore era forte, intenso, irresistibile, ed era parte di quell’atto. Comunicava attraverso gli odori, più c’era piacere, più gli odori erano intensi
3 - Udito: sono pochissime le situazioni in cui l’udito è così acuto, dove è possibile sentire ogni più piccolo rumore, riuscire a distinguere il suono di quando il contatto diventa umido, lo sfregamento della mano, la carezza sui testicoli, tutto emette suoni.
4 - Tatto: Calore, durezza, consistenza, sensazioni fisiche..

Era tutto perfetto… o quasi..


5 - …………. GUSTO ……

Era chiaro, per viverla al massimo, non potevo escludere uno dei sensi più importanti, quello che ci ha portato a scoprire il mondo da bambini, quando scoprivamo ciò che ci circondava tramite il gusto, e adesso, ora che pensavo di avere l’età per conoscere tutto.. c’era altro da scoprire. Sì, era il momento giusto, o ora o mai più.. Lui non guardava, era a mia disposizione, ero il suo servo del piacere, avrei preso il mio tempo. Poi sapevo che se fossi andato oltre, mi avrebbe bloccato.. insomma.. decisi di farlo.
Mi avvicinai con il volto, lo vedevo, lo sentivo, lo stringevo, ero sempre più vicino, quasi non riuscivo più a mettere a fuoco l’asta, continuavo a masturbarlo, non volevo capisse le mie intenzioni.. non so perché, ma non mi andava.. così tirai fuori la lingua, iniziai ad avvicinarla, poi finalmente un primo contatto con la sua cappella, ritirai su la pelle con la mano, quasi a richiudere nel prepuzio il suo glande. Rimisi la lingua in bocca, ne sentii il gusto, non mi dispiacque, avevo il cuore a mille, mi fermai per qualche secondo mentre stringevo ancora il suo cazzo.
Ok, decisi, lo faccio..
Portai la stretta verso l’altro, come a chiudere il suo prepuzio nel mio pugno. Poggiai le labbra su quel pugno, le aprii… Angelo sentiva il calore.. forse stava capendo..
Aprii le labbra, e come un tutto da un’altezza considerevole, sapevo bene che sarebbe stato solo quell’attimo, l’attimo in cui si salta, l’attimo più difficile, poi tutto viene da se. Saltai.
Il pugno si fece più morbido e scese, e con esso le mie labbra, e più scendevo, più sentivo qualcosa di grosso entrarmi in bocca, nella sua nudità più estrema. Il prepuzio scendeva nella mia mano, e la parte più sensibile di quell'uomo steso sul lettino iniziava a strusciarmi sulla lingua, scesi finchè potevo, poi venne tutto naturale.
Angelo prese a gemere, riuscivo bene a masturbarlo con la mia bocca. Si, il sapore era quello di un uccello, ma ne ero inebriato. Ispezionavo il suo glande con la mia lingua, sapevo che la saliva aiutava, aiutava entrambi. Provavo un’eccitazione infinita, e il fatto di non toccarmi o non essere toccato non faceva altro che buttare benzina sul fuoco, e dare sfogo a tutte le mie scoperte voglie. Lo stavo gustando, si, il gusto, succhiavo il suo glande, come fosse stata una tetta, cercavo qualcosa che non riuscivo a spiegarmi, ma era giusto, era naturale, era la cosa più eccitante del mondo. Ma non ero solo.
Non stavo soddisfacendo delle mie voglie. Avevo quasi dimenticato che stavo con Angelo, e le voglie a cui stavo dando risposta erano soprattutto le sue.
Avevo dimenticato che quel cazzo esisteva non perchè io lo succhiassi, ma perchè Angelo ne godesse. E questo divenne chiaro quando Angelo smise di essere un corpo a mia disposizione, ma iniziò a dettare il ritmo, con dei movimenti pubici, con il respiro sempre più pesante, il suo pene era diventato di marmo, la cappella era gonfia, adesso dovevo fare attenzione con i denti, cercai di mettere più lingua che potessi. Vidi che mise le mani ai lati del lettino, quasi a tenersi, con forza, come se il salto nel vuoto adesso lo stesse facendo lui.
Avevo dimenticato che a furia di succhiare un cazzo, si finisce con portarlo all’orgasmo, con tutto quello che ne consegue, l’avevo dimenticato, ma ne riconoscevo i segnali, i tremori, i movimenti. Era come essere svegliato da un sogno, Adesso Angelo si muoveva, era difficile continuare, sentii il gusto cambiare, era un pò più acre, sapevo che stava per venire, continuai ancora per qualche secondo per godermi quell’atto ancora un pochino, poi lo tirai fuori, era tutto bagnato, era enorme, iniziai ad allontanarmi, ma Angelo stacco una mano la lato del lettino e cercò la mia testa e disse:
“No, continua, sto per venire…”
Sentii la sua mano fare pressione, riportarmi lì, lì dove tutto accadeva e dove tutto stava per accadere. Non mi feci tante domande, ne fui quasi onorato, era merito mio, e Angelo stava inequivocabilmente per avere un orgasmo, e questo perché glielo stavo succhiando per bene, meritava quell’orgasmo… io meritavo quella venuta.
Lo ripresi in bocca, continuai con la lingua, sapevo dove leccare con più passione, il suo cazzo si gonfiò, pareva un bicipite, smise di gemere, sembrava soffrire, sapevo cosa significava, aumentai il ritmo, Angelo prese ad urlare tremò e…. e successe..
Finalmente il suo uccello si gonfiò, si contrasse, e mi ritrovai del liquido in bocca, tanto liquido, fu naturale ingoiare, soprattutto quando la mano di Angelo premette sulla mia testa e affondò il suo cazzo quasi nella mia gola. Si irrigidì, sapevo avrebbe continuato a godere, ma questa volta spruzzò dritto in gola, mi allontanai, stavo soffocando, feci un colpo di tosse e per fortuna andò meglio, la mia mano continuava a farlo venire, vidi quell’uccello perfetto continuare a spruzzare, con meno forza, con fiotti meno alti ma più cremosi, lo sperma era più denso, non riuscii a resistere, mi rifeci vicino e lo presi nuovamente in bocca.. Presi a succhiare la sua venuta.. il suo piacere, mi regalò ancora un pò del suo nettare, poi mi fece capire che avrei dovuto andarci più piano… Era venuto, lo avevo soddisfatto con la bocca.. ero stato bravo.. continuai a tenerlo in bocca, a farlo rilassare, continuavo ad ingoiare tutto, forse oramai era solo la mia saliva, o ri resti della sua venuta, lo ripulii per bene, fino a quando non sentii la sua mano togliero dalle premure della mia lingua. Mi feci da parte, tirai giù e dissi..
"Suppongo che debba andare..”
Lui era sfinito, dal petto potevo vedere l’affanno di quell’orgasmo.. restò steso.. ancora con il telo sugli occhi.. e disse:
“Si, puoi andare..”
Guardai ancora una volta quel cazzo perfetto, anche da moscio.. e mi sentivo onorato di essere riuscito a farlo godere, grato per la sua venuta… lusingato per tutto quello sperma..

Andai via.. richiusi la porta alle mie spalle.. entrai in auto, ero solo, la strada era deserta, reclinai leggermente il sedile dell’auto, presi un fazzolettino e mi sbottonai. Ero eccitatissimo, non mi ero nemmeno lavato le mani, e ora mi ritrovavo a masturbarmi con ciò che restava della venuta di Angelo tra le dita eil sapore del suo sperma…
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.8
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per La fisioterapia Parte 2:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni